LA PROLIFERAZIONE DI GRUPPI, DURANTE IL BIENNO, 1945/1947, NON CONSENTE DI CONOSCERE LE CIFRE ESATTE DEL NUMERO DI ADERENTI AL NEOFASCISMO NELLA FASE CLANDESTINA. I PRIMI GRUPPI CHE MANIFESTARONO LA LORO VOLONTA’ DI CONTINUARE LA AZIONE FASCISTA SI DIEDERO I NOMI DI “GUARDIA NERA CLANDESTINA” (G.N.C.),"SCHIERAMENTO NAZIONALE", "ORSO NERO", "LUPO NERO", "LO SCORPIONE", "ONORE E COMBATTIMENTO", AUDACIA", "VENDETTA MUSSOLINI", "FIGLI D'ITALIA", "MOVIMENTO TRICOLORE", “FRONTE ANTIBOLSCEVICO ITALIANO” (F.A.I.), “VOLONTARI DELL’ORDINE NAZIONALE” (V.O.N.) “TRUPPE NAZIONALI” (T.N.), “MOVIMENTO DI AZIONE RIVOLUZIONARIA ITALIANA” (M.A.R.I.), “ARDITI D’ITALIA” O “ARMATA RIVOLUZIONARIA” (A.R.). I GRUPPI PERO’ PIU’ VISIBILI CON ASSEMBLEE PUBBLICHE E COMUNICATI AI GIORNALI FURONO IL “PARTITO SOCIALISTA NAZIONALE”, LA “LEGA UNIFICATA PARTITI ANTICOMUNISTI” E IL “MOVIMENTO ITALIANO DI UNITA’ SOCIALE”, IL GRUPPO “PARTITO MUSSOLINIANO ITALIANO”, LE “SQUADRE D’AZIONE MUSSOLINI” (S.A.M.), IL “MOVIMENTO FASCISTA REPUBBLICANO), IL PATITO MONARCHICO FASCISTA” E IL “PARTITO DEMOCRATICO FASCISTA” DI DOMENICO LECCISI. IL GRUPPO “LOTTA FASCISTA” CHE PUBBLICAVA UN OMONIMO FOGLIO. IL PIU’ RILEVANTE DEI GRUPPI NEOFASCISTI FU QUELLO DEI “FASCI DI AZIONE RIVOLUZIONARIA” (F.A.R.) SIGLA DI ISPIRAZIONE INTERVENTISTA E DICIANNOVISTA PRESENTE SIN DAL 1946
Da Il quotidiano il Tempo del
primo maggio 1946: «Alle 22,55, l’aiuto operatore della RAI Giuseppe
Piccionetti, smontato dal servizio, stava uscendo dalla stazione radio di Monte
Mario, quando veniva aggredito da un individuo che, dopo avergli puntato una pistola,
gli metteva una benda alla bocca, e gli legava le mani dietro la schiena. (…)
Subito dopo, mentre alcuni camerati erano di guardia, altri cinque facevano
irruzione nella stazione radiofonica. Secondo il racconto che c’è stato fornito
direttamente dall’aiuto operatore Piccionetti, i neofascisti avevano portato
con loro un amplificatore un giradischi e un disco in cui era inciso l’inno
“Giovinezza” (…) Pochi istanti dopo aver posto in trasmissione il disco,
arrivava una telefonata che chiedeva spiegazioni circa l’originale
trasmissione. Lo stesso improvvisato operatore alzava il ricevitore e rispondeva: Tutto bene, parla Gesù Cristo!».
E’ così che il quotidiano romano dava notizia dell’improvvisata serale ad opera
dei FAR (Fasci di azione rivoluzionaria). L’ideatore dell’impresa era il
giovane ex combattente della RSI Luciano Lucci Chiarissi, anconetano, classe
1924.
Fasci di Azione Rivoluzionaria
I Fasci di Azione
Rivoluzionaria, o FAR, sono stati
fondati ufficialmente nell'autunno del 1946 (ma attivo già dal 1945 e
sciolto nel 1947; il nome, erroneamente attribuito al gruppo di "Legione
nera" dagli inquirenti, ritornò nei primi anni cinquanta. I FAR svolsero
le proprie azioni dimostrative principalmente nelle città di Roma e Milano. I
FAR sono stati un'organizzazione costituita da diversi gruppi neofascisti,
prevalentemente giovani reduci della R.S.I., alla quale si affiancava una
struttura paramilitare ("Esercito clandestino anticomunista" poi
trasformatosi in "Esercito nazionale anticomunista") che si rese
responsabile di alcuni attentati dimostrativi nella seconda metà degli anni
quaranta. Fondatore dei FAR è stato Pino Romualdi con l'intento di far
confluire in una unica organizzazione i molti gruppi che stavano nascendo in
molte parti dell'Italia. Dirigenti furono Cesco Giulio Baghino, Clemente
Graziani, Franco Petronio, Roberto Mieville. L' iniziale filosofia di
fondazione era di continuare la guerra sotto forma di lotta antiamericana. I
loro organi preposti alla diffusione del loro pensiero e della loro propaganda
furono i fogli Rivoluzione, Credere e Mussolini a cui si affiancarono, anche se
in maniera non ufficiale, le pubblicazioni Imperium e La Sfida che trattavano
temi maggiormente legati alla tradizione, alla cultura, ed alla mistica
fascista. L'organizzazione era dotata di una vera e propria struttura
partitica, il direttorio, e l'ammissione al gruppo avveniva tramite giuramento
da effettuarsi durante una cerimonia. L'atto di costituzione dei FAR stabiliva
che potevano far parte dei Fasci: coloro che degnamente militarono nel P.F.R o
nelle Forze Armate o negli Uffici Statali della R.S.I.. Al momento del
giuramento, che avveniva di fronte ad un tavolo ricoperto dal tricolore con
l'effigie di Benito Mussolini e un pugnale da legionario posti sul colore
bianco della bandiera, chi intendeva aderire doveva assumere un nome di
battaglia, generalmente quello di un caduto. La prima azione dimostrativa è
avvenuta a Roma la sera del 27 ottobre 1946. Un gruppo di fascisti si arrampica
sulla Torre delle Milizie, in via 4 novembre, e vi issa un gagliardetto nero. L'azione
più spettacolare compiuta dai FAR è avvenuta nel primo anniversario della morte
del Duce, il 28 aprile 1946. Venne officiata una messa di suffragio nella
chiesa dei Sette Santi Fondatori a Roma. La notte del 30 aprile, un commando
armato con pistole e bombe a mano, fece irruzione nella stazione radio di Roma
III a Monte Mario e, imbavagliati i due tecnici, collegarono ad un grammofono
il cavo di trasmissione con la canzone Giovinezza. Nella stessa notte vennero
lanciate due bombe davanti alla sede del Partito Comunista Italiano e poi
ancora una davanti alla sede del quotidiano L'Avanti. L'ultima azione
rivendicata fu del 12 giugno 1947 a Milano: i FAR piazzarono un barattolo di
gelatina esplosiva davanti la Federazione del PCI. I FAR si sciolsero, a causa
di una scissione interna, nel luglio del 1947.
I nuovi FAR o "Legione nera" Dopo un periodo di silenzio la sigla FAR fu riesumata intorno ai primi anni cinquanta ad opera di alcuni appartenenti alla corrente così detta "pagana" e "germanica" della prima organizzazione. Tra gli altri: Pino Rauti, Clemente Graziani, Fausto Gianfranceschi, Enzo Erra, Franco Petronio, Cesare Pozzo, Mario Gionfrida, Nino Capotondi, Franco Dragoni, Alberto Ribacchi. La prima azione della nuova formazione fu del 12 marzo 1951 a Roma: Clemente Graziani depositò una bomba al Ministero degli Esteri mentre Franco Drigoni lanciò un ordigno contro l'ambasciata americana. Il 24 maggio 1951 scattarono numerosi arresti: Pino Rauti, Fausto Gianfranceschi, Clemente Graziani, Franco Petronio, Franco Dragoni e Flaminio Capotondi. Tra gli arrestati anche il filosofo Julius Evola, considerato l'ispiratore del gruppo. Il processo si concluse il 20 novembre 1951: Clemente Graziani, Fausto Gianfranceschi e Franco Dragoni furono condannati a un anno e undici mesi. Altri dieci imputati a pene minori. Tutti gli altri vennero assolti: tra loro Evola, Rauti ed Erra. Con la fine del processo si concluse definitivamente anche l'adozione della sigla FAR.
NEL MESE DI NOVEMBRE DEL 1946 FU COSTITUITO IL GRUPPO CLANDESTINO DEI FASCI D’ AZIONE RIVOLUZIONARIA (F.A.R.) DA CESCO BAGHINO, MARIO TEDESCHI, LUCIANO LUCCI CHIARISSI, PINO ROMUALDI E ALTRI, CUI IO E RENZETTI ADERIMMO SUBITO.
FU IN TALE AMBIENTE CHE EBBE LUOGO LA NOSTRA INIZIATIVA POLITICA, CHE NON POTEMMO PERMETTERCI DURANTE LA R.S.I., PERCHE’ CONTINUAMENTE IMPEGNATI MILITARMENTE E, PERTANTO, CURIOSI DI CONOSCERE FINALMENTE, PER COSA AVEVAMO COMBATTUTO, SAPENDO SOLTANTO DI ESSERCI ARRUOLATI PIU’ PER MOTIVI PATRIOTTICI CHE IDEOLOGICI, COSI’ COME ANCHE PINO RAUTI ANCHE LUI NEI F.A.R., CERCAVA DI CAPIRE.
A TALE PROPOSITO, NINO BUTTAZZONI, VALOROSO COMANDANTE DEGLI N.P. DELLA X MAS, NEL PROCESSO CHE DOVETTE SUBIRE PER AVER MILITATO NELLA R.S.I., AI GIUDICI CHE LO ACCUSAVANO DI FASCISMO RISPOSE: “NOI SIAMO STATI E SIAMO DEI SOLDATI E COME TALI ABBIAMO COMBATTUTO GLI INVASORI PER RISCATTARE L’ ONORE DELLA NOSTRA PATRIA: MA VOI INSISTETE COL CHIAMARCI FASCISTI. EBBENE: SE AMARE LA PATRIA, VOLERE L’ ONORE DELLA BANDIERA, VOLERE TRIESTE ITALIANA SIGNIFICA ESSERE FASCISTA, ALLORA IO GRIDO IN FACCIA A VOI: IO SONO FASCISTA, E LO SARA’ MIO FIGLIO E IL FIGLIO DI MIO FIGLIO”
STATO COSTITUITO, ANCHE SE A NOI INVISO, MEMORI DELLA “MATTANZA ROSSA” DEL 1945 E SEGUENTI ANNI REALIZZATA IN MANIERA BESTIALE, MARAMALDICA E VILE NEI CONFRONTI DEI VINTI, INERMI O PRIGIONIERI DI GUERRA, DELL’ ASSASSINIO DI BENITO MUSSOLINI E DI COLUI CHE FU IL FONDATORE DEL P.C.I., NICOLA BOMBACCI, LA CUI MORTE IMPEDI’ LA REALIZZAZIONE DI UN SOCIALISMO NAZIONALE, VOLUTA CON LA LEGGE DELLA SOCIALIZZAZIONE DELLE IMPRESE. DA NON DIMENTICARE CHE L’ ASSASSINIO DI MUSSOLINI FU ESEGUITO DAL P.C.I., DELL’ EPOCA, GUIDATO DA PALMIRO TOGLIATTI, IN COMBUTTA CON I SERVIZI SEGRETI INGLESI, IN CIO’ AUTORIZZATI DA WINSTON CHURCHILL, PER EVITARE UN PUBBLICO PROCESSO AL DUCE, NEL TIMORE CHE SI RITORCESSE NEI SUOI CONFRONTI. DA AGGIUNGERE IN PROPOSITO, COME ANCHE IL NOTO DIRIGENTE DEL P.C.I. MASSIMO D’ ALEMA, HA RICONOSCIUTO CHE L’ ELIMINAZIONE DI MUSSOLINI, SENZA ALCUN PROCESSO, FU UN GRAVE ERRORE STORICO DEI
DIRIGENTI COMUNISTI DELL’ EPOCA, POICHE’ CIO’ HA IMPEDITO CHE VENISSE ALLA LUCE LA VERITA’ SULLE CAUSE E SUGLI AUTENTICI RESPONSABILI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, ATTIRANDOSI LE IRE E I RIMBROTTI DEI COLLABORATORI E TRASFORMISTI DEL SUO MOVIMENTO POLITICO, CHE AVEVANO CAMBIATO CASACCA PER OPPORTUNISMO, MA NON LA BEN NOTA MENTALITA’ DELL’ IDEOLOGIA COMUNISTA.
INTANTO, ALLA FINE DI DICEMBRE 1946, UN GRUPPO DI PERSONAGGI POLITICI, QUALI ROMUALDI, MICHELINI E, POI ALMIRANTE, MIEVILLE, PINI, PETTINATO, TRIPODI, CLAVENZANI E FORMICHELLA….COSTITUIRONO IL M.S.I., IN CUI CONFLUIRONO, SUBITO DOPO, PINO RAUTI E GIORGIO PISANO’, E MOLTE ALTRE FORMAZIONI POLITICHE, DALL’ UOMO QUALUNQUE DI GIANNINI AL PARTITO FUSIONISTA, FINO AL P.D.F. DI LECCISI.
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